La medicina funzionale
La Medicina Funzionale ha come obiettivo la cura delle patologie partendo dalla prevenzione delle stesse. Per questo motivo, si basa sulla profonda conoscenza dei meccanismi fisiologici che regolano la funzione di organi e apparati, non visti come elementi isolati, ma integrati in un sistema funzionale dove il compito svolto dall’uno è fondamentale per il buon funzionamento di tutti gli altri e viceversa.
Da qui si arriva alla fisiopatologia ovvero “perché quell’organo o sistema non funziona più a dovere” e, individuata la causa, ne trova la relativa cura. In questo quadro di perfetta armonia, dove l’integrità della relazione tra psiche e soma è fondamentale per il buon mantenimento della salute, la Medicina Funzionale accoglie e integra in sé diverse pratiche mediche, in un quadro di unitaria visione dell’uomo ben inserito nel suo ambiente. Il tutto ovviamente supportato dalla letteratura scientifica e dalla biofisica (esami strumentali e non). La relazione uomo – ambiente e il binomio psiche – soma sono la base fondamentale per comprendere la causa e l’espressione di quella malattia e non può prescindere dalla relazione fiduciaria terapeuta\paziente il cui primo passo è il colloquio e l’osservazione del paziente stesso: fondamentale per la buona riuscita della terapia, qualunque sia lo strumento terapeutico utilizzato.
L’apparato muscolo scheletrico e le sue connessioni
In quest’ottica affronteremo, in una serie di articoli tra loro collegati, lo studio dell’apparato muscolo-scheletrico. Esso ben rientra nel concetto della Medicina Funzionale dal momento che in esso ritroviamo:
- Valenza emozionale
- Relazione col sistema ormonale
- Partecipazione all’equilibrio dei sali minerali
- Relazione col sistema metabolico e vitaminico
- Relazione con l’alimentazione
Se ci pensate è proprio grazie allo scheletro ben conservato degli animali preistorici che siamo riusciti a conoscere una parte della storia del nostro pianeta, la loro struttura, la loro alimentazione etc. Sempre grazie all’apparato scheletrico siamo in grado di riconoscere l’età di una persona, e questo è utilizzato sia dalla Medicina Auxologica che dalla Medicina Legale. E chi ci sostiene e ci fa muovere oltre a proteggere i nostri visceri così delicati?
L’evoluzione dell’apparato muscolo-scheletrico
Il nostro apparato muscolo-scheletrico svolge la funzione di sostegno, di locomozione, di protezione e di regolazione del metabolismo di alcuni sali minerali come il Calcio di cui è anche il deposito più abbondante nel nostro corpo. Per comprendere come si è arrivati ad avere un apparato locomotore come quello che noi possediamo dobbiamo fare un salto nel passato. La prima invenzione fu il movimento, grazie ad un gruppo di batteri che si lasciava trasportare dalle correnti, una sorta di Pseudomonas, che si dotarono di ciglia e di flagello, per potersi muovere in modo autonomo. Dobbiamo aspettare un periodo che risale a circa 600 milioni di anni fa (Cambriano) per avere l’invenzione di: a) una struttura solida esterna che proteggesse dei corpi molli, l’esoscheletro; b) arti capaci di flettersi consentendo degli spostamenti volontari; c) giunture o articolazioni. I rappresentati sono i Trilobiti il cui esoscheletro era segmentato per consentire maggiore libertà di movimento al corpo. Altri 150 milioni di anni per passare da una struttura di sostegno e protezione esterna, l’Esoscheletro, ad una struttura di sostegno interna: l’endoscheletro. Furono ancora animali marini a dare la soluzione evolutiva: i pesci Teleostei- i primi vertebrati. Gli importanti cambiamenti climatici e quindi anche la ricerca del cibo determinarono e favorirono queste modificazioni (influenza dell’ambiente sulla risposta genetica adattativa, oggi la conosciamo come Epigenetica). Sia l’Esoscheletro che l’Endoscheletro consentono a questi esseri di spostarsi sulla terraferma alla ricerca di nuove fonti di cibo. Tuttavia, alcuni teleostei, già dotati di un primitivo apparato muscolare e di canali aperti per respirare (le primitive coane), non avendo più la spinta idrostatica dell’acqua per reggere il loro peso, gradualmente modificano le loro pinne lobate in arti con direzione dritta e non più posteriore. Compaiono le dita e le vertebre cambiano forma e posizione per sostenere il corpo e opporsi alla gravità. Creano il cingolo scapolare e il cingolo pelvico per rendere per rendere i nuovi arti e la nuova colonna vertebrale adeguati alle nuove esigenze. A questo punto sono presenti tutte le caratteristiche che porteranno all’apparato muscolo-scheletrico come noi lo conosciamo: sostegno, protezione e movimento. Questo ha determinato vantaggi evolutivi quali la migliore strategia di difesa e di attacco e la possibilità di occupare nuove nicchie ecologiche ricche di cibo.
La stazione eretta
Lucy, la femmina di Australopithecus afarensis vissuto 3,2 milioni di anni fa, dimostra che i mammiferi primati placentati avevano acquisito la stazione eretta. Questo ha comportato delle ulteriori modificazioni della struttura muscolo scheletrica per migliorare la funzionalità della specie in relazione all’ambiente. Queste modificazioni, così recenti, sono ancora in fase di rodaggio dal momento che l’uomo con la creazione dei mezzi di locomozione meccanici ha dato ulteriori sollecitazioni alle modificazioni dell’apparato muscolo-scheletrico che sono responsabili della maggior parte delle patologie che noi oggi osserviamo.
Cosa è cambiato?
Cranio. Il Foro Occipitale, livello in cui “nasce” il Midollo Spinale, si sposta indietro per consentire che la testa e l’asse del corpo abbiano il loro baricentro tra i piedi; i muscoli del collo diventano meno possenti.
Gabbia Toracica: assume forma a botte perché le braccia non sono più usate per la deambulazione. Il muscolo diaframma diventa fondamentale per la respirazione.
Colonna Vertebrale. Assume una serie di curve (Lordosi, Cifosi) che fungono da ammortizzatore durante la deambulazione, insieme ai Dischi Intervertebrali, molto ben idratati e quindi adattabili alle deformazioni del carico.
Bacino. Più ampio e più corto per accogliere i visceri e inserire la robusta muscolatura degli arti inferiori.
Ginocchio: si modifica per consentire la completa estensione della gamba che consente una maggiore spinta nella deambulazione.
Mani e Piedi: nella mano il pollice diventa opponente, aumentando la prensilità mentre nel piede l’Alluce perde la capacità di opposizione e quindi la prensilità, si allinea alle altre dita dando maggiore stabilità al carico.
Possiamo dunque dire che lo sviluppo dell’Apparato Locomotore insieme allo sviluppo del Cervello hanno contribuito a far sì che l’essere umano riuscisse a occupare e a adattarsi nel tempo alla variabilità del clima e degli ambienti del Pianeta Terra.
Nel prossimo articolo vedremo come l’apparato muscolo -scheletrico si forma nell’embrione e vedremo come già in quella fase, utilizzando gli adeguati supporti nutrizionale, emozionali e comportamentali seguendo i suggerimenti della Medicina Funzionale si possono creare le basi per mantenere in buona salute il nascituro.
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